Il progetto SAI di Neda, avviato nel 2014 e con una capienza di 40 posti, è una realtà che porta con sé un significato profondo già nel nome. Neda Agha-Soltan, la giovane donna iraniana uccisa durante le proteste di Teheran del 2009, è diventata un simbolo universale di libertà e dignità. Intitolare a lei il progetto significa affermare che l’accoglienza non è solo un servizio sociale, ma un impegno civile che mette al centro la difesa dei diritti umani e la valorizzazione della persona.
Il progetto SAI di Neda si rivolge in particolare a donne sole, nuclei familiari e vittime di tratta: persone che portano con sé storie di vulnerabilità e ferite profonde, ma anche una grande voglia di rinascita. La scelta dell’accoglienza diffusa, con appartamenti inseriti nei centri abitati, risponde alla volontà di offrire non un isolamento, ma una vita quotidiana accanto ai cittadini. Vivere nello stesso quartiere, frequentare le stesse scuole e gli stessi negozi, condividere la normalità di ogni gi…
Uno degli elementi che rendono Neda un’esperienza unica è l’attenzione alla creatività come strumento di cura e di partecipazione. L’orto sociale di Leverano ne è l’esempio più emblematico: uno spazio verde coltivato insieme da cittadini e beneficiari, che non produce solo verdure e frutta, ma soprattutto relazioni e fiducia. Le feste dell’orto, con pranzi comunitari, musica e danze, sono diventate momenti di incontro autentico, in cui si celebra non solo il raccolto della terra, ma anche quello delle r…
Accanto all’agricoltura sociale, grande importanza hanno avuto i laboratori creativi. La sartoria ha offerto competenze pratiche e la possibilità di trasformare tessuti in nuovi abiti e accessori, simbolo di resilienza e bellezza ritrovata. I laboratori teatrali hanno permesso ai beneficiari di raccontare le proprie storie sul palco, trasformando esperienze difficili in opere collettive capaci di emozionare e sensibilizzare la cittadinanza. La scrittura creativa ha aperto un ulteriore spazio di espression…
Gli eventi pubblici organizzati dal progetto hanno avuto un ruolo centrale nel radicare l’accoglienza nel territorio. Il Capodanno dei Popoli ha riunito tradizioni culinarie e musicali provenienti da tutto il mondo, trasformando la notte di San Silvestro in un’occasione di festa collettiva. Allo stesso modo, il Natale della Solidarietà ha portato luci, spettacoli e testimonianze nelle piazze, rendendo la comunità partecipe di una celebrazione che unisce spiritualità e impegno sociale. L’iniziativa “Novello…
L’équipe multidisciplinare del progetto lavora quotidianamente per accompagnare i beneficiari nei loro percorsi di autonomia. Psicologi, operatori sociali, educatori, mediatori culturali e assistenti sociali costruiscono piani personalizzati, calibrati sulle esigenze e sulle risorse di ciascuno. Per le donne vittime di tratta, ad esempio, il progetto rappresenta non solo protezione, ma un vero e proprio cammino di ricostruzione personale: imparare una lingua, acquisire nuove competenze, costruire reti di …
L’impatto del progetto sul territorio è stato rilevante. Le collaborazioni con scuole, associazioni culturali e biblioteche hanno permesso di creare momenti di confronto tra generazioni diverse. Bambini e studenti hanno conosciuto da vicino i beneficiari, superando stereotipi e paure. Allo stesso tempo, i migranti hanno trovato nella comunità non solo un luogo sicuro, ma un tessuto di relazioni che li sostiene e li accompagna nel loro percorso di emancipazione.
Il progetto SAI di Neda è oggi riconosciuto come un laboratorio di rigenerazione sociale. Non solo offre accoglienza e protezione, ma restituisce vitalità al territorio, trasformando la vulnerabilità in energia collettiva. Guardando al futuro, l’impegno sarà quello di rafforzare i percorsi di formazione e di inserimento lavorativo, senza rinunciare alla dimensione culturale e creativa che è diventata la cifra distintiva del progetto.
Il progetto SAI di Neda dimostra che la fragilità, se accolta e valorizzata, può diventare il punto di partenza per costruire comunità più giuste e inclusive. È la prova che l’accoglienza non è solo un rifugio, ma un’opportunità di rinascita che arricchisce tutti: chi arriva e chi accoglie.