Il progetto SAI di Alezio, avviato nel 2021 e con una capienza di 20 posti, nasce con una vocazione speciale: accogliere persone migranti in condizione di particolare vulnerabilità, legata a disagio mentale o a problematiche sanitarie complesse. Non un compito facile, ma una sfida che Alezio ha scelto di affrontare con serietà e, al tempo stesso, con quella leggerezza che solo le comunità autentiche sanno esprimere.
Alezio è un piccolo comune, ma ha il cuore grande. Qui l’accoglienza non si è trasformata in un’esperienza “a parte”, bensì in un intreccio con la vita di tutti i giorni. I beneficiari vivono in appartamenti diffusi, in mezzo alle case dei cittadini, dove i vicini diventano primi interlocutori e, spesso, primi amici. È la vita quotidiana – il saluto al bar, la spesa al supermercato, l’incontro per strada – che crea quella naturalezza di relazioni capace di abbattere diffidenze e pregiudizi.
L’équipe multidisciplinare è il motore del progetto. Psicologi, educatori, mediatori culturali, assistenti sociali e operatori socio-sanitari lavorano insieme come una vera “squadra di pronto soccorso dell’accoglienza”. Ogni beneficiario viene seguito con un percorso personalizzato, che tiene conto delle fragilità ma anche delle risorse che ognuno porta con sé. E se da fuori sembra un lavoro difficile e serio – e lo è – basta passare qualche ora con gli operatori per scoprire che la chiave è anche il so…
Le attività promosse hanno mostrato il volto creativo e leggero del progetto. Con il periodico “S.A.I. CHE?”, realizzato insieme ai beneficiari, sono nate rubriche e articoli che parlano non solo di diritti e servizi, ma anche di vita quotidiana, aneddoti e curiosità culturali. Il risultato? Una rivista capace di informare e divertire, che ha fatto scoprire ai cittadini nuovi modi di guardare al mondo e ai beneficiari l’orgoglio di raccontarsi.
Un’altra iniziativa speciale è la biblioteca GIROMONDO, dove i libri diventano biglietti per viaggi immaginari. I bambini si siedono accanto agli adulti, i cittadini sfogliano storie in lingue diverse, e i beneficiari leggono favole insieme agli studenti delle scuole locali. Il laboratorio “Ognuno è lo straniero dell’altro” ha dato vita a favole illustrate create dai ragazzi: un modo simpatico e profondo per dire che, in fondo, siamo tutti “stranieri” a qualcuno, e che proprio per questo l’incontro è sempre…
Tra le attività più curiose c’è stata anche l’iniziativa “La giusta direzione”, che ha portato alla creazione di cartellonistica stradale multilingue. A vederla, potrebbe sembrare solo un progetto tecnico, ma in realtà ha avuto un effetto molto concreto: rendere la città più accessibile e, al tempo stesso, regalare un sorriso a chi scopriva segnali con scritte in più lingue. È il segno che accogliere significa anche sapersi mettere nei panni degli altri, con semplicità e senza barriere.
L’impatto sul territorio è stato positivo e, in certi momenti, persino sorprendente. I cittadini hanno imparato che l’accoglienza non è fatta solo di riunioni e documenti, ma di piccoli gesti: un invito a cena, un consiglio pratico, una risata condivisa. E i beneficiari, dal canto loro, hanno restituito al paese storie, sorrisi e partecipazione.
Guardando al futuro, il progetto SAI di Alezio punta a rafforzare ancora di più la collaborazione con le scuole, le associazioni e i servizi sanitari, mantenendo però quello stile leggero e “simpatico” che lo contraddistingue. Perché l’accoglienza non deve essere vissuta come un peso, ma come una possibilità: di scoprire l’altro e, nello stesso tempo, di scoprire un po’ meglio se stessi.
Il progetto SAI di Alezio è la dimostrazione che anche nei percorsi più complessi, legati a fragilità sanitarie e psicologiche, si può trovare la forza di sorridere e di costruire speranza. Un piccolo comune, venti posti, tante storie difficili: ma insieme, cittadini e beneficiari hanno saputo trasformare la fatica in energia, e la differenza in ricchezza.