Il progetto SAI di Union Tre, avviato nel 2014 e con una capienza di 139 posti, rappresenta una delle esperienze più significative e consolidate di accoglienza diffusa nel Salento. È il frutto della collaborazione tra i Comuni di Copertino, Leverano, Carmiano, Magliano e Arnesano, che hanno deciso di unire le forze per dare una risposta concreta al fenomeno migratorio, non limitandosi alla gestione dell’emergenza, ma proponendo un modello innovativo, radicato nel territorio e orientato all’inclusione. La scelta di un’accoglienza diffusa non è stata casuale: l’idea di ospitare i beneficiari in appartamenti dislocati nei centri urbani ha permesso loro di inserirsi fin da subito nel tessuto sociale e comunitario, evitando la creazione di grandi strutture isolate che rischiano di generare separazione e marginalità.
L’approccio adottato dal progetto SAI di Union Tre è quello di una presa in carico globale e personalizzata. L’équipe multidisciplinare è composta da operatori sociali, educatori, psicologi, mediatori culturali, assistenti sociali e operatori legali, che lavorano in stretta sinergia con i servizi territoriali e le realtà associative locali. Questo lavoro di squadra consente di accompagnare ciascun beneficiario lungo un percorso individuale, calibrato sui suoi bisogni specifici e orientato al raggiungimento dell’autonomia. L’attenzione non è rivolta soltanto all’aspetto materiale dell’accoglienza, come l’alloggio o il sostegno economico, ma si estende al piano educativo, sanitario, psicologico e legale, in un’ottica di inclusione integrata.
Una delle caratteristiche che hanno reso il progetto SAI di Union Tre un modello riconosciuto a livello regionale è la capacità di coniugare i servizi essenziali con attività di carattere culturale e comunitario. Negli anni si sono moltiplicate le occasioni di incontro tra beneficiari e cittadini, capaci di trasformare le differenze culturali in opportunità di crescita reciproca. Emblematica, in questo senso, è stata la partecipazione dei beneficiari al corteo medievale di Copertino, uno degli eventi più sentiti dalla comunità. Indossando costumi d’epoca e prendendo parte alla sfilata, i migranti sono diventati protagonisti di una tradizione secolare, contribuendo a darle nuova linfa e significato.
Un altro momento particolarmente significativo è stato il pranzo comunitario “Natale tra culture – la magia di un pranzo condiviso”. In questa occasione, i beneficiari, insieme a cittadini e volontari, hanno cucinato piatti delle proprie tradizioni culinarie e li hanno offerti alla cittadinanza e a famiglie in difficoltà economica. La tavola, imbandita di sapori provenienti da più parti del mondo, è diventata metafora di accoglienza e solidarietà. Attorno a quel pranzo non si sono incontrate solo culture diverse, ma persone che hanno scelto di conoscersi, ascoltarsi e condividere un’esperienza autentica.
L’impatto del progetto non si misura solo nei percorsi individuali dei beneficiari, accompagnati verso l’autonomia abitativa, l’inserimento lavorativo e l’integrazione sociale, ma anche nel cambiamento che ha prodotto all’interno delle comunità locali. Molti cittadini hanno raccontato come la vicinanza quotidiana con i beneficiari abbia contribuito ad abbattere pregiudizi e a sviluppare un clima di maggiore fiducia. Le associazioni hanno trovato nuove energie e motivazioni nel collaborare con il progetto, dando vita a iniziative comuni che hanno arricchito il tessuto sociale.
Dopo oltre dieci anni di attività, il progetto SAI di Union Tre non è solo un servizio di accoglienza: è un laboratorio di cittadinanza attiva, un modello di convivenza che mostra come l’inclusione si costruisca attraverso la somma di tanti piccoli gesti quotidiani. Guardando al futuro, l’impegno sarà quello di rafforzare ulteriormente i percorsi di formazione e inserimento lavorativo, ampliando la rete di collaborazione con imprese, scuole e associazioni del territorio.
Il progetto SAI di Union Tre dimostra che l’accoglienza, se costruita con competenza e visione, non è un peso ma un’opportunità. Un’opportunità che arricchisce non solo chi arriva in cerca di protezione, ma anche chi accoglie, trasformando la comunità in uno spazio più aperto, solidale e capace di crescere insieme.